Fotografa un gruppo di migranti che viola la quarantena, aggredito alla stazione di Milano

TERAMO – Ha rimediato un cazzotto in un occhio e un tentativo di rapina del cellulare e degli effetti personali, dopo aver fotografato un assembramento di migranti che stazionavano all’entrata della Stazione Centrale di Milano, incuranti delle disposizioni del governo sulla quarantena per l’emergenza Coronavirus. Vincenzo Maria Di Nicola, quarantenne ingegnere informatico ed imprenditore digitale originario di Teramo, famoso per aver fatto fortuna negli Stati Uniti con le app GoPago e poi con Conio, ha raccontato quanto avvenuto ieri sera in piazza IV Novembre al termine del lungo viaggio di rientro dagli Usa per motivi di lavoro sul suo profilo Facebook:

 

«Aggressione a Milano. Doveva essere la fine di un giorno molto importante, in cui ho dovuto recarmi fisicamente a lavoro.

Uscendo stasera alle 7:00pm, ho visto un assembramento di persone di origine africana. In tempi di #quarantena e sacrifici chiesti a tutti, ho scattato da distanza una foto per testimoniare la situazione. Dal gruppo di persone sono volati insulti, al che ho scattato un’altra foto. Figuriamoci se mi faccio intimidire in Italia.

Un uomo anziano di origine africana si avvicina minaccioso a me urlandomi che quelli che sto fotografando sono suoi “fratelli”; immediatamente un altro uomo giovane di origine africana si stacca dal gruppo e corre verso di me. Il giovane mi sferra un pugno sull’occhio sinistro e da dietro uno sul collo; l’anziano mi mette le mani in tasca e prova a sfilarmi portafoglio, cellulare e borsa. Entrambi provano a buttarmi a terra.

La situazione e’ seria. Resisto e urlo chiedendo aiuto: in una lotta 1 a 1 posso difendermi, contro 2 aggressori e’ molto difficile. Non interviene nessuno: ne’ i tassisti vicino, ne’ la guardia giurata a presidio dell’entrata laterale di Stazione Centrale.

Devo grazie a un passante di etnia orientale: l’unico a prestarmi soccorso e aiutarmi a divincolare dai 2 aggressori.
Ho un po’ dolore all’occhio, ma per fortuna non credo niente di grave.

La cosa che mi ha invece ferito e’ stata la mancanza di aiuto (eccetto dal signore di etnia orientale). Ho chiesto alla guardia giurata che aveva visto la scena: “Perche’ non mi ha aiutato?”. La risposta: “Non posso toccarli altrimenti perdo il lavoro”.

Sono stato immigrato anch’io, cosi’ come mio nonno e tanti miei parenti. Abbiamo sempre onorato il Paese che ci ha ospitato, e reso aiuto quando ce ne era bisogno. Invece tocco letteralmente con mano il fatto che un gruppo di immigrati, che trova ospitalita’ in Italia, non solo se ne infischia della situazione grave che viviamo oggi, ma addirittura usa violenza fisica per aggredire persone e tentare di derubarle. Non e’ questo il tipo di #immigrazione che serve all’#Italia.

P.S.
Ho sporto ovviamente denuncia alla Polizia».